Shit happens: l'arte di ammettere gli errori

C’è un aspetto che ultimamente mi lascia perplesso. Mi rendo conto sempre di più che siamo culturalmente incapaci di ammettere gli errori che commettiamo, rifugiandoci spesso in mille scuse.

Vi faccio un esempio (tratto da una storia vera):

Sono in pizzeria con mia moglie, i miei genitori e i miei suoceri. È sabato sera, locale è pieno e c’è un po’ di confusione anche dovuta alle norme anti-covid. Ordiniamo praticamente subito, ma poi il nulla assoluto per 40 minuti. Chiedo informazioni e mi si dice che manca poco, stessa risposta data dopo altri 10 minuti. La terza volta, dopo che il tono della mia voce ha iniziato a subire una piccola alterazione, hanno ammesso che la cucina era oberata e quindi mancava ancora almeno 5/10 min. di attesa (tempi che poi sono stati rispettati).

Ecco, in quel momento il mio pensiero è stato “Ma non potevano dirmi subito come era la situazione?”. Se già alla prima richiesta mi avessero detto che c’era da aspettare del tempo avrei accettato l’evidenza e sicuramente non mi sarei alterato.

Un concetto che ho fatto mio negli anni, e che cerco di trasmettere quando vesto i panni dell’insegnante tecnico, è quello che shit happens, cioè i problemi possono succedere. Tutti noi possiamo sbagliare, l’importante è saper ammettere l’errore e rimboccarsi le maniche per cercare di non commetterlo una seconda volta.

Come persona, e come professionista, penso sia fondamentale essere sempre onesti sia con sé stessi che con le persone che ci circondano e prendersi la responsabilità delle nostre azioni vuol dire anche saper riconoscere di aver sbagliato.

La frase “Ok, colpa mia, ho sbagliato” non è sinonimo di fallimento, anzi dalla comprensione dell’errore si può sempre migliorare, ma a quanto pare nella nostra realtà culturale questo concetto non è proprio contemplato.

Sarebbe bello che questo concetto diventasse parte integrante del nostro modo di pensare.

Voi che ne pensate? Utopia?

comments powered by Disqus